29 set 2013

HOW TO: come si fa?




Oggi ti presento la più classica delle corone del repertorio country.

La forma tondeggiante viene esaltata dall'effetto bombato, ottenuto grazie ad un doppio intreccio: il primo, infatti, costituito da rami sottili e compatti tra loro, viene, a sua volta, ingabbiato da una seconda trama di rami più robusti e nodosi che, nel piegarsi, rimangono lievemente sopraelevati, conferendo, così, ulteriore volume alla composizione.

Una corona, così lavorata, basterebbe da sola a giocare il ruolo da protagonista!

Le decorazioni che ho aggiunto, tuttavia, per la loro sobrietà e semplicità, si sposano perfettamente con lo stile rustico ed essenziale della corona.

Il dettaglio che caratterizza questa creazione, rendendola unica, versatile e originale?

La sovrapposizione dei due elementi che compongono la decorazione. Al morbido cuore in tessuto, ho abbinato una romantica stampa antichizzata di cartoncino, ritagliato sempre a forma di cuore. 
In questo modo, ho raggiunto una combinazione equilibrata e aggraziata di forme, materiali e volumi: il cuore in cartoncino bilancia, con la sua leggerezza, quello fatto a cuscinetto che, a sua volta, essendo di taglia più grande, diventa una cornice ideale. 
Per armonizzare il tutto, basta mantenere una nuance in comune, in questo caso il beige e scegliere una stampa delicata. 
Il trucco per la riuscita di questa idea, infatti, è saper camminare in punta di piedi su più strade, tenendo il controllo di ogni particolare, affinché nessuno emerga in maniera prepotente ma tutti concorrano a suonare la stessa sinfonia. 
A suggello di questa unione, un fiocco di corda, che permetterà, inoltre, di appendere la decorazione alla corona.

Anche per questo HOW TO, quello che propongo è solo lo spunto. La parte più divertente nel realizzare questa creazione è, come sempre, sperimentare gli abbinamenti più improbabili...un po' come in cucina, mescolando gli ingredienti più diversi, a volte, si ottengono delle prelibatezze sopraffine!

A biêntot!

28 set 2013

I miei acquisti a Manualmente



















Come i bambini con i doni ricevuti a Natale, anche io, stamattina presto, appena alzata, mi sono divertita a spargere sul tavolo della cucina tutti gli acquisti fatti l'altro ieri a Manualmente. 
Perché, in fondo, per me, l'arrivo della fine di settembre, che porta con sé questo appuntamento, è un po' come l'approssimarsi del Natale: entrambi sono motivo della stessa attesa impaziente e carica d'entusiasmo.
(Sarà forse per questo che tra i miei acquisti c'è già anche qualcosa di natalizio?!)

Per chi non lo sapesse, Manualmente è un evento che si tiene ogni anno - da ormai dieci anni - all'incirca in questo periodo, presso il Lingotto Fiere di Torino. In questa occasione si svolgono corsi, dimostrazioni e workshop, aventi tutti come oggetto la manualità creativa, che esplora le varie tecniche di cucito, tessitura e artigianato in genere.

Per la cronaca, oltre a queste attività, è possibile assistere anche ad un altro entusiasmante avvenimento: l'affluenza accesa e concitata di migliaia di appassionati (anche se la presenza maschile è decisamente irrisoria) del "fatto a mano", che genera uno stuolo di folla, praticamente impazzita di fronte ai tanti e diversi richiami degli spunti proposti. E' come uno spettacolo - dentro il vero spettacolo dell'esposizione - assistere a flussi di persone, riversarsi in ogni direzione, visibilmente disorientate dalla presenza di tanti stands e, soprattutto, dal conseguente desiderio di non perdersene uno. 

Se ti trovi nei dintorni di Torino e vuoi anche tu mescolarti a questa fiumana, che scorre energica per confluire nel mare della creatività manuale, hai tempo fino a domani!

L'unico requisito consigliato, prima di tuffarsi, è l'autocontrollo, perché sono così allettanti e variegati gli articoli offerti, che ci si ritrova tentati a comprare tutto, senza contare le innumerevoli idee che prendono vita dai tanti spunti che si colgono intorno.

I miei acquisti si sono concentrati principalmente sui libri di punto croce, approfittando della presenza internazionale di stands, ho pensato di rifornirmi di quegli schemi dallo stile più ricercato, difficili da trovare qui in Italia.

A biêntot!

ps: l'agenda di Ce que J'aime è sempre più piena...a domani con l'appuntamento settimanale dell'HOW TO e ancora, le meraviglie di Lyon e dintorni, inclusa la mostra del design di Saint-Etienne!

26 set 2013

MANUALMENTE

Manualmente è già arrivato....


...il post con tutti i miei acquisti è in arrivo!

A biêntot!

24 set 2013

Lyon, ou y habite la passion











































Metto da parte, solo per questo post, il country, perché ognuno di noi ha uno stile preferito ma non per questo si rimane indifferenti alle meraviglie che esistono al di fuori di esso.
Hai messo le scarpe comode? Perché qui ti appresti a fare un tour vorticoso di una città decisamente piena, anche se i suoi confini non sono esagerati!
In attesa del prossimo post, in cui ti presento il centro storico, dove ho colto e immortalato qualche atmosfera che richiama il country, ti mostro, attraverso queste foto, il perché Lione è una città che lascia a bocca aperta.
Sede di una trasformazione lampante ed in continua ascesa, è stata oggetto di studio delle menti creative e avanguardiste dei più geniali architetti, che hanno firmato numerosi interventi, lasciando un segno incisivo sulla città.
L'impatto iniziale è quello di un'armoniosa mescolanza di forme e colori, una chiassosa e dinamica convivenza di linguaggi diversi tra loro ma capaci di dialogare serenamente e con compostezza.
Quando si  decide di voler farsi spazio dentro quest'atmosfera allegramente caotica, prendendo coscienza degli edifici intorno, non si può fare a meno di notare che, nella loro moltitudine, non vi è un dettaglio che si ripeta. Dalla scelta dei materiali, accostati tra loro con una spregiudicatezza innovativa o lavorati fino quasi ad essere snaturati per assumere nuove sembianze, alla creazione di volumi con aggetti inverosimili, all'attenzione per le finestre, ora discrete ora come tagli che graffiano la facciata.
E quando ti sembra che tutto è così nuovo, da non essere contemporaneo neanche a se stesso, svolti l'angolo del quartiere, in cui si concentrano le architetture più ardite, e ti ritrovi nel bel mezzo degli orti urbani, con tanto di spaventapasseri di vedetta.
Una città che corre, con il piede sempre sull'acceleratore ma senza dimenticarsi di lasciare a chi la vive degli spazi in cui fermarsi e tirare un bel respiro!

A biêntot!